Il Castello
GLI ESTERNI
GLI INTERNI
Il Castello Roero di Monticello è una delle più imponenti e meglio conservate costruzioni medievali del Piemonte. Dal 1376 è di proprietà della stessa famiglia, i Conti Roero di Monticello che ne hanno fatto la loro abituale residenza.
Il Castello venne fatto costruire dai Vescovi di Asti per difendere i confini del contado, dopo la devastante calata dei Saraceni su Alba nel 920 d.C. Al tempo non era la costruzione che si presenta attualmente: nel 1187 venne seriamente danneggiata durante un assedio e ricostruita nel 1348, quando il feudo di Monticello passò ai Malabaila.
Nel 1376 i Conti Roero o Rotarii, che liberarono i Monticellesi dalle angherie dei loro Signori, ricevettero in ricompensa dal Vescovo i territori di Monticello e di Castagnito e dotarono il Castello di spalti, torri e caditoie.
Tra il 1448 e il 1468 Oddone II Roero commissionò diversi lavori e l’edificio fu ampliato verso sud-ovest.
All’inizio del Seicento Onorato Roero fece realizzare alcune modifiche alla parte interna del maniero per migliorarne l’abitabilità, così come fece nel 1706 Laura Damiani di Priocca, moglie di Bernardo Francesco Roero.
Fu però nel 1787, in occasione del matrimonio di Francesco Gennaro – Viceré di Sardegna con Paola del Carretto di Gorzegno che il Castello venne trasformato in una piacevole ed elegante dimora di campagna che possiamo apprezzare ancora oggi.
I radicali restauri furono curati dall’architetto Carlo Emanuele Rangone di Montelupo che tuttavia non alterò la struttura medievale esterna, ma eliminò parte degli elementi difensivi, colmando i fossati e sostituendo il ponte levatoio con uno scalone in pietra. I lavori coinvolsero principalmente gli ambienti interni anche con nuove decorazioni pittoriche secondo il gusto settecentesco.
Nel 1827 Xavier Kurten, già autore delle trasformazioni del Parco Reale di Racconigi, ridisegnò il parco all’inglese che si estende tutt’attorno alla collina.
Il Castello si sviluppa su tre piani sovrastati dal passaggio di ronda munito di merlature ghibelline e di caditoie.
Giustamente indicato come “esempio tipico di residenza fortificata”, vanta una particolarità architettonica molto singolare: la presenza di tre torri, ognuna con pianta e dimensioni differenti: una torre quadrata, una rotonda, e l’ultima ottagonale.
Attualmente sono aperte al pubblico:
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la Sala delle Armi,
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la Cappella votata a Santa Barbara,
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il Teatrino della Frutta
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le Cantine
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la Sala dei Quadri
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la Sala del Biliardo
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la Camera da letto a baldacchino
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la Nursery
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la Galleria di Diana Cacciatrice
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il Cortile interno che presenta, ancora intatta, l’antica struttura del Trecento